Le variazioni nel colore e nella forma delle feci possono offrire preziosi indizi sullo stato di salute dell’apparato digerente. Anche se spesso i cambiamenti sono transitori e legati all’alimentazione, esistono situazioni in cui alcune modifiche costituiscono un segnale di allarme che non deve essere sottovalutato. Analizzare regolarmente le proprie feci permette infatti di individuare precocemente segni di patologie potenzialmente gravi.
Colore delle feci: significato e possibili cause
Il colore normale delle feci varia dal marrone chiaro al marrone scuro, grazie alla degradazione della bilirubina proveniente dai globuli rossi distrutti nel fegato e riversata nell’intestino tramite la bile. Una colorazione marrone è indice, nella maggior parte dei casi, di un sistema digestivo funzionante correttamente
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Tuttavia, alcuni cambiamenti di colore improvvisi o persistenti richiedono attenzione:
- Feci nere: Possono indicare sanguinamento nel tratto digestivo superiore (stomaco, duodeno) dovuto a ulcere, gastriti o tumori. Il sangue digerito assume una caratteristica colorazione nera e un odore particolarmente intenso. Anche l’assunzione di ferro, carbone attivo o liquirizia può temporaneamente scurire le feci, ma se il fenomeno persiste, è fondamentale un consulto medico urgente.
- Feci rosse: Sanguinamento nel tratto digestivo inferiore, come retto e colon, può manifestarsi con feci rosse vivide o striature di sangue. Le cause possono includere emorroidi, ragadi anali, polipi o neoplasie. Tracce di sangue rosso nelle feci costituiscono un campanello d’allarme da non ignorare.
- Feci bianche, grigie o color argilla: La presenza di queste colorazioni può segnalare una carenza di bile dovuta a problemi epatici o ostruzione delle vie biliari, come calcoli o infiammazioni della cistifellea o del fegato. In presenza di feci chiare e urine scure, è consigliato rivolgersi tempestivamente a un medico.
- Feci gialle o verdastre: Se compaiono in concomitanza con diarrea e crampi addominali, possono suggerire una infezione intestinale o alterazione della flora batterica. In alcuni casi, il passaggio accelerato del contenuto intestinale impedisce il normale assorbimento della bile, conferendo la tonalità verdastra o giallognola.
- Feci arancioni: Spesso collegate a specifici alimenti ricchi di beta-carotene (come carote) o pigmenti alimentari. Tuttavia, se persistono e si associano ad altri sintomi, può essere utile un approfondimento clinico.
Forma e consistenza: perché sono importanti
Oltre al colore, anche la forma delle feci è un indicatore chiave della salute intestinale. Una categorizzazione diffusa è la scala di Bristol, che distingue vari tipi di feci in base a forma e consistenza:
- Feci ben formate e morbide: Rappresentano la normalità in soggetti con transito regolare e dieta adeguata.
- Feci dure, frammentate o a palline: In genere associate a stipsi, possono provocare dolore durante l’evacuazione. Spesso derivano da insufficiente assunzione di acqua o fibre.
- Feci molli, acquose o diarroiche: Segnalano passaggio accelerato del contenuto, disturbi infettivi o malassorbimento. Se la diarrea è persistente, accompagnata da febbre o sangue, necessita di attenzione medica.
- Feci nastriformi o sottili: L’insorgenza recente di feci molto sottili e allungate può indicare una ostruzione parziale del colon, come polipi o tumori. In presenza di questo segno, consultare presto uno specialista.
Quando rivolgersi subito al medico: segnali d’allarme
Non tutti i cambiamenti delle feci sono gravi, ma la tempestività è essenziale in presenza di sintomi preoccupanti. Ecco i principali campanelli d’allarme che richiedono una valutazione immediata:
- Feci nere o con aspetto catramoso persistenti, senza spiegazione alimentare o farmacologica.
- Presenza di sangue rosso vivo o coaguli nelle feci, specialmente se non collegati ad emorroidi note.
- Feci bianche, grigie o color argilla associate a prurito, ingiallimento della pelle (ittero) o urine scure.
- Diarrea persistente oltre una settimana, soprattutto con perdita di peso, dolore addominale, febbre o segni di disidratazione.
- Cambiamento improvviso della forma delle feci, soprattutto se sottili come matite o nastri.
- Presenza di muco abbondante o di materiale non digerito.
In particolare, la presenza di sangue occulto (non visibile a occhio nudo) viene spesso individuata attraverso specifici test di screening, in quanto segnala anche alterazioni microscopiche potenzialmente attribuibili a patologie tumorali del colon-retto.
Cosa può influenzare colore e forma: alimenti, farmaci e malattie
Molto spesso le variazioni sono legate ad abitudini alimentari: cibi come spinaci, mirtilli, barbabietole o integratori di ferro possono modificare la pigmentazione delle feci. Anche farmaci (antibiotici, antiacidi, integratori di bismuto) possono causare cambiamenti temporanei e reversibili.
Tuttavia, condizioni croniche o acute che alterano la funzione di fegato, pancreas e intestino – come la celiachia, la sindrome dell’intestino irritabile, epatopatie, pancreatiti o neoplasie – possono dare origine a segni persistenti che devono essere approfonditi con esami specifici.
Importanza dell’osservazione e prevenzione
Osservare quotidianamente le caratteristiche delle feci rappresenta una semplice ma efficace forma di autodiagnosi precoce. In presenza di cambiamenti sospetti, evitare automedicazione prolungata e rivolgersi a un professionista permette di individuare tempestivamente disturbi anche gravi, migliorando drasticamente la prognosi e la qualità della vita.
In conclusione, prestare attenzione a colore e forma delle feci consente di monitorare indirettamente l’efficienza degli organi addominali e del metabolismo. Un cambiamento occasionale, specie in relazione a cibi particolari, è generalmente innocuo. Tuttavia, modificazioni improvvise e persistenti, associate ad altri sintomi o ad alterazioni della consistenza, devono essere considerate come un chiaro invito a consultare senza ritardi il proprio medico curante.